Fin da quando l’uomo ha cominciato a registrare immagini in movimento, la musica è stata parte integrante del processo. Se ci pensate, tutti i videoclip musicali hanno una parte visiva e una musicale, così come ce l’avevano i film muti all’origine del cinema. Si potrebbe quasi pensare che gli antenati del videoclip musicale siano proprio loro – e non ci sbaglieremmo poi di tanto.
I primi videoclip musicali, infatti, inizialmente si chiamavano filmati cine-musicali. La parola film e la parola cine hanno sempre fatto parte di questo grande concetto – ed è anche per questo che possiamo definire grandi artisti del video musicale anche Buster Keaton o Charlie Chaplin.
Come nasce, quindi, il videoclip musicale? Scopriamolo insieme in questo piccolo viaggio.

1894 – Gli editori di spartiti musicali, Edward Marks e Joe Stern, chiedono al tecnico George Thomas di trovare un modo innovativo per promuovere l’uscita del loro brano, The Little Lost Child. Con l’aiuto della lanterna magica e di una serie di performer, Thomas proietta una serie di immagini fisse su uno schermo, mentre Marks & Stern si esibivano dal vivo. Nasce la canzone illustrata.
1926 – il sonoro comincia a prendere piede, nel cinema. Nascono i talkies, i primi film parlati della storia, e con loro arrivano i primi cortometraggi musicali. Come i corti Vitaphone prodotti da Warner Bros., che richiedono l’ausilio di attori, performer, cantanti e ballerini che devono esibirsi davanti alla macchina da presa, utilizzando come sottofondo un determinato brano musicale. Uno degli esempi più noti è Don Juan.
1947 – nascono i soundies, brevi film musicali che abbinano la danza alla musica contemporanea. In questi anni, il musicista Louis Jordan realizza diversi corti per promuovere le sue canzoni: alcuni di questi finiscono in un progetto di un lungometraggio dal titolo Lookout Sister, secondo Donald Clark il vero antenato del videoclip musicale contemporaneo.
1958 – è l’anno in cui si registra il primo vero videoclip musicale concepito come tale: il brano è Dáme si do bytu, diretto da Ladislav Rychman, regista cecoslovaggo molto prolifico (almeno fino agli anni Ottanta).
Il termine video musicale (in inglese music video) arriva, invece, nel 1959, grazie al disc jockey J. P. Richardson, aka The Big Bopper.
A cavallo tra gli anni Quaranta e gli anni Settanta arrivano i video jukebox, come il Panorama Soundie, lo Scopitone e il Cinebox: si trattava di veri e propri jukebox all’interno dei quali, però, è possibile vedere videoclip musicali.

1964 – mentre i produttori musicali chiedono ai loro artisti di creare i promo clip, utilizzando video di repertorio delle loro esibizioni live (ma in playback), l’artista Kenneth Anger realizza un film sperimentale, a cavallo tra videoclip e cortometraggio, che utilizza canzoni popolari al posto dei dialoghi. E’ l’era di Scorpio Rising.
Negli anni Settanta nascono le prime emittenti televisive a tema: tra loro c’è Top of the Pops, che per decenni ha accompagnato tutti, ma soprattutto i più giovani, in lunghissimi viaggi alla scoperta della musica più ascoltata del momento. Nel 1974, il dj Graham Webb lancia una trasmissione settimanale sulla tv australiana ATN-7, Sounds Unlimited (poi diventata semplicemente Sounds). Lo scopo del programma è quello di realizzare videoclip musicali per artisti emergenti o che non possono permettersene uno. Qui sotto trovate un mini doc che ne racconta le origini.
I videoclip musicali sono, finalmente, una realtà. Nel 1972 esce Space Oddity, di David Bowie. Nel 1974 Waterloo degli ABBA, nel 1975 è il turno di Bohemian Rhapsody dei Queen e nello stesso anno, qui in Italia, arriva il video di Rino Gaetano per il suo brano Ma il cielo è sempre più blu.
1981 – le televisioni mondiali conoscono una nuova emittente, pronta a stravolgere completamente il concetto di musica visto fino a quel momento. Nasce MTV, il contenitore di videoclip musicali più grande e famoso del mondo, lanciato (in modo quasi ironico) dal video di un brano famosissimo di allora: Video Killed the Radio Star dei The Buggles. Subito dopo arriva Thriller di Michael Jackson (1983), Wild Boys dei Duran Duran (1984) e Sign o’ the times di Prince (1987).
Gli anni Novanta segnano, invece, un’altra svolta importante: i videoclip autoriali, realizzati da alcuni dei più grandi registi cinematografici del tempo, che decidono di sperimentare con il video musicale nuove forme di espressione artistica e visiva. Tra loro ci sono Chris Cunningham, Michel Gondry, Spike Jonze e Floria Sigismondi.
2005 – gli anni Duemila rappresentano la nuova svolta: i videoclip non passano più per un canale televisivo, ma si spostano online. Il 23 Aprile 2005 su Youtube sbarca il primo video: non è un videoclip, ma ve lo mostriamo ugualmente. Ve lo ricordate?